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“Un lavoro degno per tutti”, il messaggio degli ultimi tre Papi

Nelle intenzioni di preghiera di maggio 2025, Francesco aveva invitato a pregare: “Per le condizioni di lavoro”. A causa della sua morte, il video che accompagna questa intenzione di preghiera cambia formato e si ricordano i pronunciamenti sul tema degli ultimi tre Pontefici

Vatican News

Pregare “perché attraverso il lavoro ogni persona si realizzi, le famiglie si mantengano con dignità e la società possa divenire più umana”. È quanto aveva raccomandato Papa Francesco nel video delle intenzioni di preghiera di maggio che cambia formula dopo la sua scomparsa avvenuta lo scorso 21 aprile.  

I Papi e il mondo del lavoro

Le parole di Francesco sottolineano che il lavoro conferisce “un’unzione di dignità”: guadagnare il pane dà dignità alla persona. Gesù stesso ha lavorato come falegname, “un mestiere piuttosto duro” che “non assicurava grandi guadagni”, e che lo ha accomunato a tutti i lavoratori della storia.

Alcune frasi di Benedetto XVI sottolineano l’importanza primaria del lavoro “per la realizzazione dell’uomo e per lo sviluppo della società”. Come conseguenza di ciò, il lavoro deve essere “organizzato e svolto nel pieno rispetto dell’umana dignità e al servizio del bene comune”. Al tempo stesso, l’uomo non deve lasciarsi “asservire dal lavoro (…) pretendendo di trovare in esso il senso ultimo e definitivo della vita”, che si trova solo in Dio.

Infine, le parole di san Giovanni Paolo II esortano ad affrontare gli squilibri economici e sociali e le situazioni di ingiustizia esistenti nel mondo lavorativo, mettendo “al primo posto la dignità dell’uomo e della donna che lavorano, la loro libertà, responsabilità e partecipazione”. Tutto ciò, senza dimenticare “coloro che soffrono per mancanza di occupazione, per salario insufficiente, per indigenza di mezzi materiali”. Proprio questi squilibri e queste situazioni di ingiustizia rendono necessario pregare perché il centro del lavoro e della vita economica e sociale sia l’essere umano, e non il guadagno.

160 milioni di bambini costretti a lavorare

Il mondo del lavoro è stato molto presente nel magistero della Chiesa sin dalla fine del XIX secolo: una conseguenza dello sguardo attento dei Papi sulla realtà e della loro preoccupazione per il bene spirituale e materiale delle persone. Attualmente, secondo i dati dell’ONU e dell’OIL, 402,4 milioni di persone in tutto il mondo non trovano lavoro; 160 milioni di bambini sono costretti a lavorare; 240 milioni di lavoratori percepiscono un salario inferiore a 3,65 dollari al giorno; e oltre il 60% della popolazione attiva mondiale lavora nell’economia informale, il che significa che circa 2 miliardi di persone sono prive di diritti lavorativi e protezione sociale.

Il lavoro nelle immagini

Nel Video del Papa di maggio, prodotto con l’aiuto della Camera di Commercio di Roma, della Fondazione PRO Rete Mondiale di Preghiera del Papa e diffuso dalla Rete Mondiale di Preghiera del Papa, le immagini che accompagnano le parole dei Pontefici mettono insieme esperienze di vita diverse che ruotano attorno al mondo del lavoro. C’è innanzitutto una falegnameria, con una statua di San Giuseppe falegname scolpita a mano nell’Ottocento, in legno di tiglio, dai maestri scultori della Val Gardena; ci sono le varie realtà della Cittadella internazionale di Loppiano – il laboratorio di ceramica, la cooperativa agricola, l’azienda che si occupa di imballaggio e rifinitura di molti articoli – in cui il lavoro viene vissuto in un’ottica di comunione. E non mancano immagini evocative dello sfruttamento che milioni di lavoratori subiscono in varie parti del mondo.

Un benessere condiviso

“Il lavoro – commenta Lorenzo Tagliavanti, presidente della Camera di Commercio di Roma – è come l’aria: ti accorgi del suo valore quando manca. Secondo la Dottrina sociale della Chiesa, il lavoro è un diritto fondamentale dell’uomo e un elemento determinante per la realizzazione personale di ciascuno e per lo sviluppo di una società più equa e solidale: tutti aspetti su cui ogni giorno, in quanto istituzione di riferimento della comunità economica di Roma e provincia, cerchiamo di fare del nostro meglio, al fianco delle imprese e dei lavoratori. Questa intenzione di preghiera, che accompagna il Giubileo dei lavoratori e quello degli imprenditori, ci offre dunque l’occasione di ribadire l’impegno preso nel 1831, quando proprio un Papa – Gregorio XVI – istituì la Camera di Commercio di Roma con editto del cardinal Bernetti, Segretario di Stato: perseguire un modello di sviluppo fondato sulla collaborazione e sull’attenzione all’interesse comune”. “Consentitemi – conclude Tagliavanti – di ricordare le parole di Papa Francesco nel 2023 a un gruppo di imprenditori francesi: ‘se è vero che il lavoro nobilita l’uomo, è ancora più vero che è l’uomo a nobilitare il lavoro’. E proprio questa attenzione all’uomo è ciò che ci motiva nel nostro operato quotidiano, nella ricerca di un modello di sviluppo orientato a un benessere condiviso da tutti”.

Lavoro e dignità

Un altro concetto sottolineato dai Pontefici è che il valore del lavoro va ben oltre il suo aspetto economico. “Se chiediamo a dieci bambini che cosa vorranno fare da grandi – commenta Stefano Simontacchi, membro fondatore e componente del Consiglio di amministrazione della Fondazione PRO Rete Mondiale di Preghiera del Papa – avremo probabilmente dieci risposte diverse, perché diverse sono le aspirazioni di ognuno: come nella parabola dei talenti, infatti, a ciascuno è stato dato il proprio, e il lavoro è la possibilità di farlo fruttare, di realizzare la propria personalità. Nel lavoro, infatti, c’è molto altro rispetto all’indipendenza economica, che pure è importante: c’è il contributo che si dà alla società, e per noi credenti anche la partecipazione alla creazione divina. Papa Francesco ha utilizzato un’espressione molto bella per definire tutto ciò: ha chiamato infatti il lavoro ‘unzione di dignità’, e questa unzione di dignità è ciò che davvero fa la differenza nelle nostre vite”. Ancor di più in quest’epoca di grandi cambiamenti, come l’intelligenza artificiale, che ci devono muovere alla promozione di sistemi solidaristici come forma di coesione sociale. La gratitudine, il rispetto e la solidarietà dovranno essere la nostra bussola”.

Il lavoro degno, obiettivo prioritario

Il Direttore internazionale della Rete Mondiale di Preghiera del Papa, padre Cristóbal Fones, S.J., spiega che, per san Giovanni Paolo II, l’essere umano è chiamato al lavoro proprio “perché è fatto a immagine e somiglianza di Dio”: è precisamente il Signore che gli dà la possibilità di partecipare alla sua opera creatrice mediante il lavoro. Nella sua enciclica Laborem exercens, Giovanni Paolo II ci dice che attraverso il nostro lavoro devono moltiplicarsi sulla terra la dignità umana, l’unione fraterna e la libertà. Il lavoro del cristiano, unito alla sua preghiera, fa progredire il mondo e, ciò che è più importante, contribuisce allo sviluppo del Regno di Dio”. “Sulla base di questo”, continua padre Fones, “il suo successore, Benedetto XVI, afferma nell’enciclica Caritas in veritate che la dignità della persona richiede che le scelte economiche non aumentino le disuguaglianze, e che il lavoro dignitoso per tutti sia un obiettivo prioritario. Benedetto assicura che la povertà è, in molti casi, il risultato della violazione della dignità del lavoro umano: a volte si limitano le possibilità della persona, come nel caso della disoccupazione o della sotto-occupazione; e altre volte non si rispetta il diritto a un salario giusto o alla sicurezza del lavoratore e della sua famiglia”. In questo senso, padre Fones sottolinea la continuità del magistero di Papa Francesco con quello dei suoi predecessori: “Papa Francesco ci dice che il lavoro è sacro. È il mezzo che abbiamo per costruire una società più umana: se vogliamo una società più giusta, dobbiamo promuovere l’impiego dignitoso, stabile, realizzato in ambienti salutari e con misure di sicurezza adeguate, che comporti il rispetto dei diritti fondamentali e la protezione sociale, oltre a un salario che permetta alle famiglie di mantenere una buona qualità di vita”. Questo sarà possibile “se si recupera il vero valore del lavoro, se si abbandona la logica del profitto a qualsiasi costo e si mettono al centro le persone, soprattutto quelle che oggi non riescono a vivere in modo umanamente dignitoso”.



Dal sito Vatican News

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