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Repubblica Ceca, ratificato accordo giuridico con la Santa Sede

Tra i punti affermati dal trattato, la piena libertà di pensiero, coscienza e religione in conformità con l’ordinamento giuridico. La Conferenza Episcopale: “I primi beneficiari della protezione dell’accordo sono i cittadini, non la Chiesa come istituzione”. I vescovi smentiscono i timori su un possibile “abuso dell’istituto del sigillo sacramentale” e rassicurano l’opinione pubblica sul fatto che esso “non offre l’opportunità di coprire i crimini a livello istituzionale”

Vatican News

La Camera dei deputati del Parlamento ceco ha datto oggi, giovedì 6 marzo, il suo consenzo alla ratifica dell’Accordo giuridico tra la Repubblica Ceca con la Santa Sede su alcune questioni legali. Nel trattato si afferma che la Repubblica Ceca garantisce la piena libertà di pensiero, coscienza e religione in conformità con l’ordinamento e. Garantisce inoltre il diritto di rifiutare il servizio militare e di rifiutare di fornire servizi sanitari per motivi di coscienza o di religione in condizioni legali. Secondo il trattato i matrimoni contratti nella Chiesa cattolica hanno la stessa validità e le stesse conseguenze legali dei matrimoni civili. La Repubblica Ceca e la Chiesa cattolica collaboreranno anche nella protezione e conservazione del patrimonio culturale.

La nota dei vescovi

La Conferenza Episcopale ceca accoglie con favore il fatto che entrambe le camere del Parlamento abbiano espresso il loro parere positivo sul trattato e, in una nota, sottolinea che “la Chiesa cattolica ceca sperimenta quotidianamente che i principi della libertà di religione, sia a livello individuale che collettivo – garantiti, ad esempio, dalla Carta dei diritti e delle libertà fondamentali o dalla Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà – hanno un posto saldo e indiscutibile nell’ordinamento giuridico ceco. Il trattato con la Santa Sede conferma questo fatto senza richiedere una modifica della legislazione nazionale”.

Riconoscimento della dignità umana

I vescovi ribadiscono che “i primi beneficiari della protezione dell’Accordo giuridico sono i cittadini, non la Chiesa come istituzione. Questa idea centrale dell’Accordo è particolarmente enfatizzata negli articoli che riguardano la cura dei malati, delle persone collocate in istituzioni di servizio sociale o nelle carceri. Riteniamo che la ratifica dell’Accordo giuridico possa fornire utili impulsi sul cammino comune che vede la Chiesa e lo Stato – ciascuno nella propria sfera di competenza – impegnati nel pieno riconoscimento della dignità della persona umana”.

Timori e preoccupazioni

Nello stesso comunicato la Conferenza Episcopale sottolinea che “le preoccupazioni per l’abuso dell’istituto del sigillo sacramentale hanno dominato le discussioni che hanno preceduto il voto, con alcuni che hanno anche erroneamente sostenuto che tale riservatezza venisse estesa ad altre persone”. I vescovi smentiscono “questi timori” e rassicurano “l’opinione pubblica sul fatto che il sigillo sacramentale non offre l’opportunità di coprire i crimini a livello istituzionale, come alcuni hanno sostenuto”. Le dichiarazioni pubbliche indicano che il trattato sarà sottoposto alla revisione della Corte Costituzionale. La Conferenza Episcopale ceca “accoglie con favore questa mossa in linea di principio, poiché la voce della Corte costituzionale contribuirà a dissipare queste preoccupazioni in modo più efficace rispetto alle ripetute dichiarazioni e assicurazioni delle autorità ecclesiastiche”. 



Dal sito Vatican News

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