La giovane è stata rilasciata ed è in volo per Roma dove atterrerà nel primo pomeriggio. Smentita dal ministro della Giustizia italiano Nordio qualsiasi novità circa il caso dell’ingegnere iraniano Abedini
Guglielmo Gallone – Città del Vaticano
Cecilia Sala è libera. L’aereo della presidenza del Consiglio che sta riportando in Italia la giornalista detenuta nel carcere di Evin, a Teheran, arriverà nel pomeriggio allo scalo di Ciampino e verrà accolto dal presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha espresso a Meloni i suoi complimenti per il ritorno della ventinovenne il cui motivo dell’arresto “aver violato la legge islamica” viene reso noto solo dopo alcuni giorni.
L’arresto
In una nota di Palazzo Chigi, diffusa in mattinata, si legge che il rilascio è avvenuto “grazie a un intenso lavoro sui canali diplomatici e di intelligence”. In effetti, il caso Sala è stato fin da subito di difficile risoluzione. Arrivata in Iran lo scorso 12 dicembre con un regolare visto giornalistico e con le tutele di una reporter in trasferta, Sala, del quotidiano “Il Foglio”, aveva realizzato interviste e puntate per il podcast “Stories” di Chora News. Sarebbe dovuta rientrare a Roma il 20 dicembre, ma la mattina del 19, dopo uno scambio di messaggi, il suo telefono è diventato muto.
Il caso Abedini
A diffondere la notizia dell’arresto è la Farnesina. Da qui in poi si alternano le voci secondo cui l’arresto di Sala sarebbe collegato a quello di un cittadino iraniano, il trentottenne Mohammad Abedini-Najafabadi, avvenuto a Malpensa, su richiesta degli Stati Uniti, il 16 dicembre con l’accusa, recita una dichiarazione del Dipartimento di Giustizia di Washington, di “cospirazione per esportare componenti elettronici sofisticati dagli Stati Uniti all’Iran in violazione delle leggi statunitensi sul controllo delle esportazioni e sulle sanzioni”. A questo punto si ritiene che l’arresto di Sala sia da ricondurre alla volontà di Teheran di farne oggetto di scambio, ipotesi smentita dagli iraniani. L’improvviso viaggio, lo scorso 5 gennaio, del primo ministro italiano Meloni negli Stati Uniti da Donald Trump nella sua residenza di Mar-a-Lago, per parlare ufficialmente di Ucraina, gas, dazi e Nato, sembra sbloccare la vicenda Sala. Le trattative politiche e diplomatiche tra Roma e Teheran non sono note, tuttavia, dopo l’iniziale ipotesi di un possibile collegamento tra la liberazione di Sala e la detenzione di Abedini, il ministro della Giustizia italiano Carlo Nordio ha smentito la notizia che lo vedeva presente a Palazzo Chigi proprio per valutare la situazione dell’ingegnere iraniano.